Giorno 12
Terminata la parte ludica del viaggio ed iniziata quella rigeneratrice ho una buona occasione per infilare tra un articolo e l’altro un piccolo angolo di cultura, come sempre fatto in passato, e tanto per capire un pochino di più la Tanzania che con i suoi ca. 61 mio d’abitanti ed un territorio dalla vastità, tre volte l’Italia, che la cataloga al 31esimo posto mondiale, ci ha fin qui egregiamente soddisfatto.
Nel 1961 iI Tanganica, uno stato dell’Africa orientale, ottiene l’indipendenza dal Regno Unito e Julius Nyerere, politico di fede socialista e di grande spicco, ne diventa il presidente. Nel dicembre del 1963 è la volta di Zanzibar, che instaura una monarchia costituzionale sotto il controllo del sultano. Nel 1964 dopo un sanguinoso colpo di stato a Zanzibar, che costa la vita a migliaia di persone, il Tanganica e Zanzibar vengono uniti per formare la Repubblica Unita della Tanzania. Nyerere ne diviene il padre fondatore e presidente fino al suo ritiro nel 1985. È considerato uno delle maggiori figure storiche del Novecento ed è una delle personalità più importanti dell’Africa moderna.
In Tanzania le rivalità etniche sono quasi del tutto assenti, in parte perché le tribù sono molto piccole e in parte perché la politica nazionale dell’ujamaa (solidarietà familiare) introdotta da Nyerere ha avuto un impatto sulla società che dura ancora oggi. Anche le frizioni religiose sono minime: cristiani e musulmani vivono fianco a fianco in un clima relativamente sereno.
Le lingue nazionali sono lo Swahili e l’inglese mentre Dar es Salaam è la più grande città, ca. 5 mio di abitanti, ed è la capitale commerciale; Dodoma, che si trova nel centro del paese è sede del Parlamento e – almeno ufficialmente – la capitale amministrativa.
Mi piacciono in particolare la foto in bianco-nero e quella distesa marina con il kite … quella del gruppo di famiglia …+ l’istoriato conciso della Tanzania ( bravo all’autore).